“Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi, che son tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita.” Alda Merini

Nell’Ottocento era conosciuta come la villa di Napoleone, residenza durante la campagna d’ Italia. Un secolo più tardi, la settecentesca Villa Pusterla-Crivelli e il suo grande parco, vennero trasformati nell’ospedale psichiatrico Giuseppe Antonini, noto a tutti come il «manicomio di Mombello», che intorno al 1960 arrivò ad avere più di 3000 pazienti. I ricoverati erano suddivisi sulla base del comportamento: “tranquilli”, “agitati”, “sudici”, “lavoratori”. Solo i cosiddetti “agitati” erano tenuti in isolamento mentre tutti gli altri erano impiegati in attività lavorative considerate “terapeutiche”. Dentro era organizzato come una cittadella: uffici amministrativi, panificio, lavanderia, un teatro e persino a una piccola ferrovia per trasportare le merci. Con la legge Basaglia, l’intera struttura venne poi lentamente abbandonata.

Oggi gli edifici ed il parco sono in totale stato di abbandono ma sono ancora spettacolari! Non recuperare questa struttura è un “delitto” … molto più del vandalismo che l’ha portata ad essere quello che è. Anche così, con i muri “dipinti”, ha un fascino incredibile: storie che si mescolano tra passato e presente.